Nell’ambito della ristrutturazione della sede della Cassa di Risparmio di Cento l’intervento strutturale ha previsto la sostituzione di circa 370m2 di copertura in c.c.a. con nuove strutture reticolari metalliche sulle quali trovano sede i così detti velari ossia delle estese vetrature a maglia quadrata necessarie per l’illuminazione naturale del nuovo atrio d’ingresso della banca e di vari uffici interni.
La copertura esistente era realizzata con elementi strutturali in c.c.a. costituiti da travi di differenti sezioni (generalmente a T di dimensioni HtotxBtot x banima x hala = 80x100x30x16cm) poste ad interasse pari a circa 2.75m e pilastri generalmente a sezione quadrata 30x30cm o rettangolare. I solai, spessore 16cm, erano realizzati in laterocemento nelle parti cieche ed in vetrocemento nelle porzioni comprese tra gli interassi delle travate. Le strutture esistenti oggetto di demolizione erano a loro volta inserite in un contesto strutturale composto da elementi appartenenti a due edifici attigui, in particolare le travate di supporto dei velari in vetrocemento risultano in semplice appoggio sulle travi dei suddetti edifici in modo da trasmettere solamente carichi verticali.
Il livello di conoscenza delle strutture esistenti era fornito da elaborati strutturali e di calcolo relativi alla zona d’intervento dai quali è stato possibile ricavare le informazioni necessarie per rilevare le caratteristiche geometriche e di vincolo principali degli elementi da demolire, nonché informazioni relative all’analisi dei carichi. Il progetto strutturale originario risaliva all’anno 1970.
I criteri guida per la progettazione dei nuovi elementi strutturali sono stati i seguenti:
- Rispetto della concezione strutturale esistente in termini di vincolamenti ed orditure di carico;
- Impiego di strutture notevolmente più leggere al fine di conseguire un miglioramento sismico valutabile con la riduzione delle masse sismiche pari al 40% a livello della copertura.
Le nuove strutture seguono le orditure di carico esistenti pertanto i velari 2-3-4 hanno orditure ortogonali rispetto al velario n.1. I sistemi di vincolo sono analoghi a quelli esistenti pertanto tutti i velari hanno le tre traslazioni impedite su un’estremità ed una traslazione libera lungo l’orditura sull’altra estremità. I velari sono realizzati con capriate tipo Monier, poste ad interasse costante pari a 1.30m nel verso dell’orditura, ed elementi trasversali aventi funzione di stabilizzazione ed architettonica per creare una maglia quadrata da 1.30×1.30m. Sulla maglia planimetrica delle capriate sono ricavate le aree occupate dalle vetrature dei velari e le aree cieche realizzate con solai in lamiera grecata e getto collaborante per uno spessore totale di 90mm. Le parti cieche costituiscono irrigidimento trasversale e vincolo per i correnti superiori delle capriate.
Tutte le capriate sono composte da elementi sciolti imbullonati. Le luci in gioco sono le seguenti:
- Velario n.3: luce media capriate principali pari a 12.20m circa; luce capriate trasversali pari a 10.40m circa;
- Velario n.1: luce media capriate principali pari a 11.50m circa più una porzione a sbalzo oltre la trave in c.a. pari a 1.50m circa; luce capriate trasversali pari a 7.80m circa.
Lo schema strutturale della capriata principale è di trave semplicemente appoggiata con sbalzo ad una estremità analogamente allo schema strutturale esistente. - Velario n.4: luce media capriate principali pari a 11.50m circa; luce capriate trasversali pari a 2.60m circa;
- Velario n.2: luce media capriate principali pari a 8.20m circa; luce capriate trasversali pari a 2.60m circa.
Gli ancoraggi alle strutture esistenti sono realizzati mediante sistemi di ancoraggio chimico. Le traslazioni lungo l’asse longitudinale delle capriate principali sono realizzati mediante piastre asolate.
L’analisi strutturale e le verifiche correnti sui profili è stata condotta utilizzando il codice di calcolo Win-Strand 2009 prodotto dalla ENEXSYS S.r.L. Via Tizzano 46/2 Casalecchio di Reno (Bologna) ed il post processore dedicato alle strutture in acciaio denominato Win AciVer. Il metodo di calcolo utilizzato è stato quello agli stati limite secondo il DM 14/01/2008.
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